Incontro con Perla Veneziani
(da L.Zaccheo, La comunità ebraica di Sezze, Sezze 1982, pp. 20-24) "(…) Purtroppo dopo l’8 settembre 1943 incominciarono i guai per Perla, che pure era ben voluta da tutto il paese. Improvvisamente dovette lasciare nottetempo la casa con quasi tutti i suoi avere per rifugiarsi presso amici a Suso, mentre i soldati Tedeschi rastrellavano gli uomini validi da inviare al fronte e cercavano gli Ebrei per mandarli nei campi di concentramento in Germania. Mentre racconta la fuga dalla sua casa, delle lacrime le scorrono sul volto (eppure sono trascorsi oltre 40 anni) e con forte commozione ricorda le parole agghiaccianti di una vicina, che cercava di aiutarla: 'lascia i due figli a me, così non corrono pericolo di essere presi ed uccisi dai Tedeschi; me li terrò come figli se tu dovessi morire, se invece tornerai a casa viva potrai riprenderteli'. A queste parole Perla, allora giovane madre, si strinse ancor di più i figli al petto piangendo, ma rispose che se dovevano morire era meglio che moriva tutta la famiglia. Visse momenti duri, terribili, angosciosi; lasciò la casa aperta incurante dei beni che vi teneva e fuggì con la sua famiglia verso un rifugio ritenuto sicuro. Dopo poco tempo però dovette lasciare la casa di Suso e rifugiarsi presso la famiglia Ricci nella Pianura Pontina. Rinaldo Bagalino mise nel suo camion le poco masserizie di Perla e di alcuni membri della famiglia, mentre lei con un bambino si avviò di notte e a piedi verso la nuova destinazione, in modo da evitare di essere catturati tutti e ad un eventuale posto di blocco. A Sezze Scalo, passato il pericolo, tutta la famiglia salì sul camion e si recò nel nuovo rifugio. il Bagalino al ritorno del viaggio, dopo che tutti si era svolto senza danni, tolse le quattro ruote al camion, che fece reggere su appositi supporti. Quando il mattino seguente si recarono i Tedeschi a chiedere a lui informazione sugli ebrei, fece notare che il suo camion non usciva da giorni, in quanto in riparazione e come prova tangibile lo mostrò privo di ruote e sostenuto da supporti nella posizione in cui si debbono eseguire lavori di meccanica. Perla non ha rimpianti per i danni e ruberie che le sono stati fatti alla casa, non ha odio verso coloro che l’hanno fatta soffrire, ringrazia ancora tutti i Sezzesi che l’hanno aiutata in tutti i modi anche a rischio della vita. Finita la guerra ha ripreso a lavorare come sempre in casa e al negozio, al negozio e in casa, con pochi svaghi (…)" |