Sermoneta
Nella cittadina collinare risiedeva la famiglia Pacifico-Di Segni che nel 1938 fu schedata dalle autorità fasciste perché di “razza ebraica” anche se nei registri di Demorazza furono indicati erroneamente come residenti a Sabaudia. Essa era composta da Marino Pacifico (nato a Roma il 6 agosto 1904), dalla moglie Egle Di Segni (nata a Roma il 1 marzo 1905) e dalle figlie Silvia (nata a Roma nel 1931) e Giuditta (nata a Sermoneta il 3 febbraio 1934). Il capofamiglia era autista della Croce Rossa e giunse nell’Agro pontino durante gli anni della bonifica integrale, assegnato al presidio di Doganella prese casa a Sermoneta. In conseguenza delle leggi razziali Pacifico fu espulso dalla Croce Rossa e non potendo sopravvivere con il piccolo negozio di casalinghi aperto dalla moglie, fece ritorno a Roma vivendo di piccoli lavori in nero tanto da essere arrestato per irregolarità amministrative. Dopo l’8 settembre le bambine furono nascoste in un convento di suore nella zona di S.Giovanni, mentre i due coniugi iniziarono una vita di clandestinità in rifugi di fortuna. Alla fine della guerra la famiglia restò a Roma.
Riferimenti archivistici e bibliografici:
1) E.Drudi, "Non ha dato prova di serio ravvedimento". Gli ebrei perseguitati nella provincia del duce (Giuntina, 2014). Sitografia: 2) La persecuzione degli ebrei in Italia 1938-1945 attraverso i documenti dell'epoca (mostra digitale Museo della Shoah di Roma) |