Fondi
Sulle montagne di Fondi dal settembre del 1943 al maggio del 1944 trovarono rifugio Alberto Moravia e sua moglie Elsa Morante, entrambi di origini ebraiche. I due coniugi giunsero nella cittadina per un caso fortuito, il treno che li stava portando a Napoli dovette fermarsi perché le rotaie erano interrotte. Alberto si rivolse alla famiglia Mosillo, della quale gli aveva parlato Libero De Libero, che li diresse in un modestissimo casolare in località S.Agata. Lì trovarono aiuto dal contadino Davide Marrocco e da sua moglie.
L'esperienza vissuta in quel luogo impervio avrebbe ispirato alcune pagine de "La ciociara" di Moravia e de "La storia" di Morante: "A Fondi - ha raccontato Moravia - conoscevamo certi Mosillo, la famiglia di un giudice. Li trovammo: furono molto ospitali. Ci procurarono una stanza in una casa di contadini. Era una stanza che a dire sporca era poco: comunque eravamo tra buona gente. Faceva un caldo spaventoso, ma non ci muovemmo di là per qualche tempo, anche se i Tedeschi andavano in giro di tanto in tanto. Poi i fascisti cominciarono a fare razzia di uomini. Allora pensammo di salire in montagna. Una mattina, di buon’ora, ho caricato tutto quello che avevamo sulla groppa di un somaro e siamo partiti verso un posto che ne La Ciociara ho chiamato Sant’Eufemia, mentre invece si chiamava Sant’Agata. Ci siamo rimasti dalla fine di settembre fino al maggio successivo, sempre aspettando gl’Inglesi. È stata un’esperienza piuttosto bella: con tutte le paure che avevamo, quello fu uno dei momenti più felici della mia vita" (E. Siciliano, Alberto Moravia: vita, parole e idee di un romanziere, Bompiani, Milano 1982, p. 57). Riferimenti bibliografici:
1) E. Siciliano, Alberto Moravia: vita, parole e idee di un romanziere, Bompiani, Milano 1982; 2) A. Moravia-A. Elkann, Vita di Moravia, Bompiani, Milano 1990, pp. 141-150; 3) Il ricordo dei Mosillo. La Morante e Moravia a Fondi (italialibri.net); 4) Una specie di porcile con un'anima. La Morante e Moravia a Fondi (italialibri.net). |