Littoria: la fuga dal carcere di cinque giovani ebrei
Verso la metà di gennaio del 1944 i fratelli Umberto, Adolfo e Giuseppe Di Veroli, il loro cugino Alberto Di Veroli e Giovanni Piperno, residente a Roma e amico di famiglia dei Di Veroli, furono arrestati a Sezze dai carabinieri, presumibilmente su segnalazione di alcuni fascisti, e furono trasferiti nel carcere del capoluogo. L'episodio, tramandato oralmente dalle famiglie Di Veroli e Ricci e riportato da Luigi Zaccheo nel suo libro sulla Comunità ebraica di Sezze (1987), è confermato da un fascicolo del Tribunale penale di Littoria conservato oggi all'Archivio di Stato di Latina.
Il carcere di Littoria ospitava allora trenta detenuti, i bombardamenti sucessivi allo sbarco di Anzio che si abbatterono sul capoluogo il 25 gennaio indussero i secondini a liberarli tutti. Alla fine della guerra la magistratura aprì un fascicolo contro gli ex reclusi accusati di evasione, compresi quattro dei ragazzi ebrei perché nel frattempo (dicembre 1944) Alberto Di Veroli era morto all'Ospedale Fatebenefratelli di Roma. Le dichiarazione degli imputati furono confermate dal rapporto del capo delle guardie del carcere per cui le autorità giudiziarie dichiararono "non doversi procedere in ordine al reato loro ascritto perché il fatto non costituisce reato, avendo così agito in istato di necessità" (Sentenza istruttoria di proscioglimento, 14 dicembre 1946). Giovanni Piperno aveva rilasciato la seguente dichiarazione alle autorità giudiziarie: "Non sono evaso. Aprirono la porta a tutti ed uscii anch'io. Littoria era sottoposta ad intenso bombardamento e nessuno poteva più starci. Mi trovavo detenuto per il semplice fatto di appartenere alla razza ebraica! Fui arrestato a Sezze dal maresciallo dei R.R. CC., di concerto con alcuni fascisti del luogo. Mi trovavo nelle carceri di Littoria da sette od otto giorni. Uscii dopo qualche giorno dallo sbarco degli alleati a Nettuno" (Verbale dell'interrogatorio di Giovanni Piperno davanti al Giudice istruttore del Tribunale di Roma, 28 novembre 1944). Nel giugno del 1947 il pretore di Sezze ascoltò i fratelli Di Veroli: "Il 25 gennaio 1944 mi trovavo detenuto nelle carceri di Latina, perché di razza ebraica con altri giovanotti anche essi detenuti con il suddetto motivo o per altri reati. Vivevamo con l'animo sospeso con la paura di essere deportati dai tedeschi. Nel pomeriggio di detto giorno, improvvisamente, non so come, abbiamo visto la porta della camerata aperta e ci siamo precipitati fuori del carcere" (Verbale dell'interrogatorio di Umberto Di Veroli davanti al Pretore di Sezze, 30 giugno 1947). "Mi trovavo nel carcere di Latina insieme ad altri perché di razza ebraica. Per tale ragione vivevamo in continua ansia, per paura di essere deportati dai tedeschi. Il 25-1-1944, nel pomeriggio, riacquistai, improvvisamente, la libertà insieme agli altri essendosi aperta una porta della camerata in cui ci trovavamo, non ad opera di essi" (Verbale dell'interrogatorio di Adolfo Di Veroli davanti al Pretore di Sezze, 30 giugno 1947). "Mi trovavo in una camera a piano terrerno del carcere del latina, adibita a rifugio antiaereo in quanto in quel momento vi era un bombardamento. Ero detenuto insieme ad altri perché di razza ebraica e vivevamo sotto l'incubo di essere deportati dai tedeschi. Il 25 gennaio 1944, nel pomeriggio, fu aperta la porta, non so da chi, e fuggimmo via dal carcere" (Verbale dell'interrogatorio di Giuseppe Di Veroli davanti al Pretore di Sezze, 30 giugno 1947). |
Riferimenti archivistici e bibliografici:
1) Archivio di Stato di Latina, Fondo “Tribunale penale di Littoria”, b. 488, fasc. 21/44; 2) Testimonianza di A. Di Veroli in L.Zaccheo, La comunità ebraica di Sezze, Cori 1987, pp. 33-40; 3) A. Di Veroli, Racconto della famiglia Di Veroli (dattiloscritto); 4) A.Folchi, Cronache di guerra. Littoria 1940-1945, Formia, ed. D’Arco, 2010; 5) E.Drudi, "Non ha dato prova di serio ravvedimento". Gli ebrei perseguitati nella provincia del duce (Giuntina, 2014). Sitografia: 1) La persecuzione degli ebrei in Italia 1938-1945 attraverso i documenti dell'epoca (mostra digitale Museo della Shoah di Roma). |